Dormi / Veglia
Stralci di stelle e
portici
cadenzano il passo dei
pedoni sotto un cielo a strisce
se il capo è fuori
pioggia,
adesso non lo è più,
se prima pioveva,
ora c’è il portico.
La luna questa sera non è
in vena,
e senza la roba
non gli passa di brillare
a voce roca.
Una folata,
profumo di musica,
la vanità sorge dal gelo
in silenzio.
Così inseguo la via
il sogno onirico mi
incolla alle lenzuola
e tra istinto e perdizione
mi condanno al ritorno
che inghiotte ogni eccesso
di sopravvivenza
nel tentativo di un uscita
dal contesto,
per giungere in un bosco.
La natura è ritrovarmi
solo
con un orso in overdose e
la paura
salvarlo e tenermelo
vicino con il rischio di essere mangiato quando dormo?
Un sistema chiuso non può
essere corrotto ed è destinato a ripetersi.
Fine della linea.
La radice quadrata
dell’essenza vitale
è il prodotto di variabili
e costanti in relazione tra loro.
Dai minimi comuni ai
massimi sistemi
ciò che turba la logica
della matrice
è l’insistente pervicacia
del caos,
causa efficiente anteposta
al fatalismo.
La causalità non intende
la predestinazione con cui tanto ci insozziam le fauci,
esistere,
divenire.
Mentre su un piccolo
pianeta roteante,
la vita si concentra come
un cancro di morte,
e quando ti accorgi che
quel pianetucolo vaga
per il cimitero che ci
dicono essere l’universo,
solo allora comprendi,
la fortuna sfacciata.
Fortuna sprecata.
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