perché la voce è poca, e siamo in tanti al mondo

La comunicazione di massa, così come la conosciamo oggi, ha avuto origini remote:
dalla scrittura alla trascrizione a mano, dalla stampa a caratteri fissi per poi divenire mobili,
fino ai giorni dei primi vagiti delle radio, del cinematografo, delle televisioni e di internet,
ha esteso i propri confini oltre il limite del cielo stellato, fino a giungere alla comunicazione globale.
"La comunicazione di massa, la radio e soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione" sosteneva Montale nel 1975, ma la poesia non è morta, ha solo cambiato casa; reduci dall'ultima estinzione di massa, ancora molti "dinosauri" tessono rime e suoni sparsi tra le variopinte maglie del web, e giovani bruchi volano tra pensieri di inchiostro e caratteri digitali, in attesa di diventar farfalle.
La poesia della nuova generazione non si trova nelle nostre librerie preferite, tuttavia non se ne parla più: sarà poiché non è commerciale, sarà perché fa pensare, riflettere..un rischio troppo grande per questa società che predilige menti ignoranti e teste vuote nelle quali è facile rompere il silenzio con l'eco di arti povere e semplici (perché per molti se è difficile da capire "è solo un peso, mica arte!").
Fortuna che anche se il mondo ruota sempre in un senso, il pensiero ruota in direzione ostinata e contraria, trova strade alternative, sfonda muri e argini della mente come un fiume burrascoso, d'altronde è come l'oceano, non si può fermare. "La poesia è una possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera soltanto nella mente di ogni singolo destinatario"(G. Raboni, La poesia? Si vende ma non si dice, IL CORRIERE DELLA SERA) la fama, il ruolo sociale, poco dovrebbero importare, essendo questo un mare denso di pensieri.
C'è qualcosa che ti si agita dentro?
Una valanga di emozioni che travolge tutto ciò che per il mondo è "normale"?
Un vulcano di invettive che esplode contro il senso di questa società?
Prendi un foglio e una penna, apri una pagina del tuo blocco note o un foglio digitale di word e scrivi.
La poesia siamo noi: una galassia multicolore di pensieri esplosivi, eccitanti, calmanti e esilaranti.
E' ancora possibile la poesia nella società della comunicazione di massa, per chi sa riconoscerne il valore, per chi con essa apre gli occhi, per non lasciare loro solo i sogni che non fanno svegliare.
Basta saper cercare.

Commenti

  1. Mi scopro perfettamente d'accordo con te. Io l'ho sempre ribadito: la poesia è come una persona nuda, a volte complessa ma comunque bella, da scoprire, ed ogni suo più piccolo elemento ne costituisce l'insieme.
    Le persone disconoscono non soltanto la poesia contemporanea, ma anche quella passata ( ci sono autori che io amo molto come Arrigo Boito), rimangono solo forzate letture da fare a scuola o da dare ad un esame. Forse però la poesia, tanto è delicata e fragili i suoi equilibri, se fosse apprezzata da molte persone perderebbe la sua purezza... Ma il mio è solo un forse.
    Sto facendo un film sull'amore per la poesia, spero di completarlo. Spero che tu lo veda.
    dAvIdE

    RispondiElimina

Posta un commento